Una lettera di Ivan, dalla prigione di Villepinte

Published on Act for freedom now!


Scrivo per condividere qualche riflessione e dare delle notizie.
Vorrei cominciare con qualcosa che illustra bene i metodi del sistema giudiziario.
Qualche giorno dopo il mio arresto, la giudice che ha istruito l’inchiesta, Stéphanie Lahaye, ha mandato due sbirri della SDAT [la Sotto-Direzione Antiterrorismo della polizia giudiziaria] (fra cui l’ufficiale di polizia giudiziaria «RIO 1237232» – come macchine, hanno dei numeri al posto dei nomi) per interrogare mia figlia e sua madre. Obbedendo ai suoi ordini, alle procedure della giustizia dello Stato, hanno cercato di fare pressione su una ragazzina di 12 anni. Dopo averla fatta aspettare nel cortile della caserma di gendarmeria del posto, durante l’interrogatorio di sua madre, avrebbero voluto interrogarla da sola. Evidentemente, sua madre ha rifiutato di lasciarla.
Una procedura ordinarla, banale, un atto necessario per stabilire la verità, secondo giudici e sbirri. Un modo, secondo me, di cercare di diffondere il timore. Un avvertimento per i miei cari e per tutti, perché, nella logica inquisitrice della Giustizia, le persone che restano o che si mettono a fianco di un anarchico accusato di azioni dirette sono sospette e devono essere importunate.

È un po’ la stessa logica che è stata utilizzata contro di me. Quando la stessa ufficiale di polizia giudiziaria, durante gli interrogatori mentre ero in stato d’arresto, mi chiedeva, mi rimproverava di aver apportato il mio sostegno ad anarchici incarcerati, in Francia e in altri Paesi. Di aver scritto loro e ogni tanto aver mandato loro un po’ di soldi. Certo, ho scritto spesso a numerosi compas incarcerati e ho fatto del mio meglio per esprimere loro la mia solidarietà. Perché sono anarchici e anche perché sono convinto della giustezza e della necessità delle azioni di cui alcuni di loro sono accusati.
Penso che la solidarietà, con tutti i mezzi necessari, con dei compas colpiti dalla repressione, sia fondamentale. Evitare di solidarizzarsi apertamente con loro, per paura che la repressione si estenda, significherebbe entrare nel gioco della Giustizia, accettare la sua logica. Una logica che ci farebbe arretrare sempre di più, fino ad abbandonare, o quasi, i rivoluzionari imprigionati.

Ma veniamo ora ai fatti per i quali sono attualmente in detenzione preventiva. Ecco l’elenco degli incendi:

  • il 22 gennaio 2022, un veicolo della Enedis (a Parigi) e uno della SFR (a Montreuil);
  • il 20 febbraio, un veicolo dell’Est Républicain (a Montreuil);
  • il 4 marzo, un’auto con targa del corpo diplomatico e un’Aston Martin (a Parigi);
  • il 24 aprile, un veicolo della Enedis (a Parigi);
  • l’11 giugno, un’auto con targa del corpo diplomatico (a Parigi).

Come dicevo nella mia prima lettera, sono anche «témoin assisté» [uno statuto intermedio fra semplice testimone e accusato] in un’altra inchiesta, cominciata dalla polizia giudiziaria di Parigi. Questa si incentra su 53 incendi di veicoli, rivendicati da anarchici, fra 2017 e 2021. Non so altro su questa parte del caso.

In questo elenco ci sono delle auto d’istituzioni statali straniere (o dei loro alti funzionari), nei quartieri ricchi di Parigi. Incendi che devono dare un’immagine «così così» della Francia, di fronte al personale diplomatico dei suoi partner internazionali. Da parte mia (e so che non sono il solo), penso che tutti gli Stati sono i responsabili diretti delle guerre, dello sfruttamento, della repressione subiti da miliardi di persone. Potremmo vedere questi incendi come dei piccoli ritorni di fiamma. In attesa di meglio.
Ci sono anche dei veicoli di ricchi e di grandi imprese, per esempio del settore dell’energia (come Enedis, filiale d’EDF [l’ENEL francese]). Delle società che, con la scusa della «sovranità energetica», provocano le nocività nucleari di oggi, i possibili disastri nucleari di domani. Ci sono delle imprese che ci rincoglioniscono con la loro propaganda dei valori capitalisti e statali (come il quotidiano l’Est Républicain) o che ci rinchiudono nella tela di ragno digitale (come SFR).

Ognuna di queste azioni è stata spiegata da una rivendicazione e io non ho nulla da aggiungere. Per quanto mi riguarda, non posso che sostenere con tutto il cuore la pratica dell’azione diretta distruttiva. Sostengo la scelta degli obiettivi di questi attacchi, le loro motivazioni ed il fatto di rivendicarli apertamente come contributi alla lotta anarchica contro lo Stato ed il sistema capitalista. Stessa cosa per la pratica della solidarietà internazionalista con degli anarchici imprigionati, che queste azioni hanno spesso espresso.

Per le notizie:
Il 5 ottobre passerò davanti al Giudice delle Libertà e della Detenzione, che deciderà se prolungare la preventiva oppure lasciarmi uscire.
La nuova giudice istruttrice che si occupa del mio caso (la precedente ha cambiato posto) è Anne Grandjean, sempre al tribunale di Bobigny.
La mia posta (in entrata e in uscita) è sempre bloccata, questo dal 19 luglio. A quanto pare, dovrebbe sbloccarsi presto (bon, bisogna tenere conto della lentezza della burocrazia giudiziaria). In ogni caso, appena potrò riceverla, cercherò di rispondere ad ogni persona che mi ha scritto, che ringrazio in anticipo.
Il dossier dell’inchiesta è stato depositato all’ufficio della prigione, quindi potrò (sempre tenendo conto della lentezza della burocrazia carceraria) sapere un po’ di più di quello che dicono gli sbirri.

I miei ringraziamenti di tutto cuore vanno ai miei cari, ai compas dell’Anarchist Bure Cross, alla Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali (anche per la loro gentile disponibilità finanziaria). E a tutti/e voi che mi avete scritto!
Una strizzata d’occhio a quelli e quelle che esprimono la loro solidarietà attraverso gli atti, come il bello striscione a Bure e quello vicino a Caen, i cartelloni all’arrivo del Tour de France, l’incendio di un furgoncino di Vinci a l’Hay-les-Roses, di un veicolo dell’impresa di telecomunicazioni Cosmote, ad Atene, di un ripetitore telefonico a Barcellona e pure la devastazione di alcuni ripetitori telefonici nel Gers. Grazie!
Un abbraccio fraterno ai compagni e alle compagne anarchici rinchiusi nelle prigioni del mondo intero, in special modo ad Alfredo, che lotta contro il 41 bis.

Viva l’anarchia!

Ivan
Villepinte, 25 settembre 2022

Per scrivermi:

Ivan Alocco
n. d’écrou 46355
M. A. de Villepinte
40, avenue Vauban
93420 – Villepinte
Francia

 

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Lettera di Ivan, “La solidarietà è l’attacco !”

Lettera di Ivan dal carcere di Villepinte (Francia), in detenzione preventiva alla prigione di Villepinte per incendi di macchine, spesso rivendicati in solidarietà con prigionieri/e anarchici/he.

Qualchi giorni fa, un messagio di solidarietà gli è stato inviato da Bure.


15 . VI . 2022

Mi chiamo Ivan, sono anarchico.

Sono stato arrestato dalla Sous-direction Anti-terrorisme della polizia francese, sabato 11 giugno, verso le 3,30, vicino a casa mia (nelle zona di Parigi), mentre tornavo a casa.

Sono accusato di sei incendi di veicoli, a Parigi e Montreuil, fra gennaio e giugno, spesso compiuti in solidarietà con dei prigionieri/e anarchici/he (i ultima, un’ auto di un ambasciata, è stata incendiata nel 17 arrondissement di Parigi le notte del mio arresto).

Gli sbirri mi hanno seguito per mesi, hanno ascoltato le mie telefonate, hanno installato una telecamera nell(entrata del palazzo dove vivo, intercettato la mia posta (soprattuto le lettere di anarchici/he) e guardato il mio conto in banca.

Un altra persona (ci conosciamo solo di vista, ma a lui va tutta la mia stima) è stata seguita, ascoltata, etc. , ma non è stata messa in causa. Coraggio, amico !

L’indagine della SDAT è cominciata a fine febbraio 2022, in ordine della procuratrice Laure-Anne Boulanger, della procura di Bobigny. Hanno pure tirato fuori dai loro cossetti un’altra indagine, archiviata, che era stata fatta da altri sbirri, su una cinquentina d’attacchi incendiari contro dei veicoli, tutti a Parigi e dintorni, fra 2017 e 2021. La SDAT ha “riunito” le due indagini, ma la giudice (Stéphanie Lahaye, del tribunale di Bobigny) ha mantenuto solo gli ultimi sei attacchi. Per gli altri, sono “testimone assistito”.

In più della “distruzione con un mezzo pericoloso”, c’è anche l’accusa di aver messo in pericolo la vita d’altri, il rifiuto di dare il mio DNA, di farmi fotografare, di dare le impronte digitali, il rifiuto di dare le password di computers e telefoni.

In questo momento, sono in detenzione preventiva alla prigione di Villepinte. Sono in forma, sto bene, anche se i miei cari mi mancano molto.

Normale, è la prigione e bisogna metterla in conto, quando si è nemici di questa società.

Qui, il momento più duro è quando torniamo della passeggiata. La porta si chiude e restiamo qui fino all’indomani. Ma mi giro verso la finestra e guardo fuori. So che là, da qualche parte, altri/e compagni/e continuano la lotta.

Appena avrò maggiori informazioni su questa storia, scriverò ancora (non ho molto altro da fare!).

I miei pensieri vanno agli/alle anarchici/he in prigione, ovunque nel mondo : a Damien (in prigione a Draguignan), a Alfredo, a Anna, a Juan, a Toby, a Giannis Michailidis in sciopero della fame… a tutti/e voi, là fuori !

La solidarietà è l’attacco !

Viva l’anarchia !

Ivan

Nota : Ivan ha scritto il suo nome e numero per pottere scriverli in solidarietà, pottete leggerlo sull’imagine quà sopra.

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Emilio estradato in Francia

 

Publicato su passamontagna.info il 4 dicembre

Emilio è un compagno italiano di NO TAV che si è battuto contro le frontiere, soprattutto nelle mobilitazioni alla frontiera franco-italiana tra Briançon e Oulx.

Dopo una manifestazione contro l’esistenza delle frontiere e contro l’espulsione del centro di rifugiati autogestito di Oulx, che c’era il 15 maggio 2021, è accusato di violenza e lesioni aggravate contro un pubblico ufficiale, su quello che sostenevano essere territorio francese.


Emilio è stato estradato in Francia ieri. E’ stato trasferito a Gap per l’udienza/interrogatorio ed è stato portato in detenzione preventiva, in attesa di giudizio, al carcere d’Aix-Luynes (Aix-En-Provence).
Avevano chiaramente già deciso di non concedergli nessuna misura alternativa. Una punizione in più.
L’avvocato sta valutando i ricorsi possibili.
Il numero d’écrou (codice identificativo) necessario per scrivere ai detenuti nelle carceri francesi si saprà lunedì. Intanto -teoricamente- fino a lunedì si può scrivere direttamente al suo nome. I telegrammi non si possono mandare nelle carceri francesi.
Hanno deciso di allontanarlo dalla valsusa, dalla frontiera, da Gap, da Briançon, per allontanarlo dai suoi cari e dalla solidarietà ben forte presente in questo territorio. Come fecero ai tempi con Eleonora, Théo e Bastien, arrestati per favoreggiamento all’immigrazione clandestina nella giornata del 22 aprile 2018 e trasferiti da Gap a Marsiglia per “motivi di sicurezza” dopo la chiamata per un presidio sotto il carcere. Ma si sbagliano.
Emilio è sempre stato al fianco degli sfruttati e di chi subisce le mille ingiustizie di questo mondo.
Ha sempre lottato per un mondo più giusto. Per questo l’hanno arrestato.
Non lo lasceremo solo! A presto aggiornamenti e iniziative. Anche sotto quel carcere!
Intanto oggi, giorno di apertura degli impianti sciistici di Claviere e Monginevro alcunx solidalx sono ben presenti in frontiera per ricordare chi sono i veri responsabili della costante caccia all’uomo su quei sentieri.
La vera violenza è dello stato e delle sue guardie, che dalla Libia alla Polonia, dal Mediterraneo alle Alpi continuano a respingere e a reprimere a ogni frontiera europea.

EMILIO LIBERO!

Non lasciamolo solo! Per scrivergli:
Emilio Scalzo
Maison d’arrêt d’Aix Luynes
70 route des Châteaux du Mont Robert
CS 20600
13595 AIX EN PROVENCE CEDEX 3.

 

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Solidarietà a Boris

Pochi giorni prima dell’inizio del campo delle “Rayonnantes” [Radiose], noi, antinuclearx di tutti i generi, mandiamo tutta la nostra solidarietà a Boris, imprigionato a Nancy-Maxéville dal 20 settembre 2020.

Boris è stato imprigionato nell’ambito della repressione contro l’ondata di incendi di ripetitori, in particolare quelli del Mont Poupet, che Boris ha rivendicato. Potete leggere la sua dichiarazione qui.

Pochi giorni fa, é scoppiato un incendio nella sua cella e Boris è stato trasferito all’ospedale di Metz. Potete trovare un comunicato sulla sua situazione qui.

Potete anche trovare ulteriori informazioni sul processo qui.

Le nostre lotte contro questo mondo energivoro, che tende alla commercializzazione e all’artificializzazione del mondo, da Cigéo ai ripetitori, sono le stesse.

Le nostre lotte per la libertà e l’autonomia si scagliano contro tutte le galere.

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Lettera di Alfredo Cospito

Contribuzione ai 3° giorni conta le carcere a Bure (Francia) dal 2 all’8 marzo 2020

Di seguito pubblichiamo un testo di Alfredo Cospito, che ci è stato inviato dal carcere di massima sicurezza di Ferrara (Italia) Come membro della guerriglia urbana informale FAI-FRI, Alfredo è accusato tra l’altro di aver sparato alle gambe a Roberto Adinolfi, capo del ansaldo nucleare, nel 2012 – un anno dopo Fukushima. Nello stesso anno è stato arrestato con un altro compagno e condannato a 20 anni di carcere nell’aprile 2019.

Anche se non condividiamo la prassi politica della FAI-FRI e la lotta armata è lontana dalla realtà quotidiana della nostra resistenza contro un stoccaggio nucleare a Bure, vorremmo mettere a disposizione questo testo come contributo al dibattito. Non è importante se condividiamo le opinioni di Alfredo nel dettaglio. In ogni caso, il testo tocca alcune importanti questioni riguardanti la strategia di movimento della nostra lotta (come la diversità delle tattiche) e la prospettiva rivoluzionaria nel movimento antinucleare nel suo complesso e sembra quindi essere una base adeguata per la discussione. Consideriamo anche che è primordiale dare uno spazio alle voce dei-lle compagn* che i vassali dello sato nucleare provano di fare stare in silenzio con tutta la loro violenza.

Anarchist Bure Cross, marzo 2020

Contributo giornate anti-carcerarie a bure.

Nello scritto che seguirà, pur essendo la vostra un iniziativa anticarceraria accennerò solo brevemente alla mia attuale situazione di prigioniero anarchico. Per due motivi il primo perché non voglio perdere l’occasione di dire la mia sulla lotta di “bure”, sapendo che molti di voi partecipano a questa lotta ed io la sento anche mia come tutte le lotte contro il mostro nucleare. L’altro motivo è che voglio sottolineare il fatto che quando uno di noi finisce dentro il modo migliore per resistere è continuare a portare avanti le lotte per cui si è finiti “in catene” e voi mi date questa opportunità. Io non conosco molto la situazione della lotta carceraria li da voi in Francia. Quindi potrei dire sciocchezze, per questo allego un mio contributo ad un incontro anticarcerario che si sta tenendo in questi stessi giorni a Napoli in Italia, forse le cose da noi non sono cosi diverse, e le stesse considerazioni (fatti dovuti distinguo) possono valere anche per voi. Vi ringrazio molto per questa opportunità che mi date.

È un grande onore per me (terrorista anarchico attualmente prigioniero in una cella di un carcere italiano) contribuire con uno scritto (se pur modesto) alla vostra lotta, che sento anche mia. Inizio col presentarmi, 8 anni fà sparai nelle gambe dell’amministratore delegato dell’ansaldo nucleare, progressista e costruttore di centrali nucleari. E bene che si sappia che l’Italia pur non avendo centrali nucleari le esporta con tranquillità in paesi come la Romania, Croazia, Albania… L’obiettivo di quell’azione era quello di rivitalizzare il movimento antinucleare in Italia, dando un’accelerata aggressiva alla lotta contro il sistema tecno-industriale. Con un’ azione “eclatante” volevamo dimostrare che gli anarchici-e potevano colpire nella “carne viva” uno dei maggiori responsabili del rilancio del nucleare nel “nostro” paese. Per una volta non “limitarsi” solo all’azione distruttiva contro le cose, ma andare in un’altra direzione colpendo direttamente i responsabili della distruzione del “nostro” pianeta. Rivendicammo quell’azione con l’acronimo “Nucleo Olga (FAI-FRI)”.

Volevamo rendere evidenti nella loro fattibilità prospettive diverse e stimolare una maggiore apertura alle varie forme e pratiche dell’azione ecologista anarchica. Rifiutare il tabù secondo il quale solo le azioni contro le cose potevano avere una giustificazione. Mettere in discussione l’assurda convinzione dell’inviolabilità assoluta della vita umana, anche di quella di coloro che in nome della scienza del progresso macinano massacri. L’obiettivo fu solo marginalmente raggiunto (anche se fece riflettere molti compagni-e) questo perché la pratica dell’azione “multiforme” non è ancora stata compresa a pieno (almeno qui in Italia) e tanto meno praticata in tutte le sue potenzialità e sopravvivono ancora molti preconcetti. Molti vedono i “pacifici” blocchi stradali agli scontri di piazza, gli attacchi alle persone agli attacchi alle cose, l’uso di sigle persistenti nel tempo per dare continuità (tipo FAI-FRI) alle sigle estemporanee… In pochi si rendono conto che tutte queste pratiche hanno una loro ragione, un loro scopo specifico e non sono necessariamente in contrasto tra di loro. Ed in certe situazioni (come a Bure) se praticate senza preconcetti si completano a vicenda diventando realmente efficaci, devastanti e spiazzanti per il potere. Questo naturalmente se non si grida alla “scomunica” quando qualche azione va oltre, colpendo più a fondo. Sono tutte pratiche che se vanno avanti parallelamente, non contraddicendosi e non scontrandosi tra di loro possono fare la differenza, raggiungono l’obiettivo. La mancanza di una sola di queste pratiche indebolisce la forza di tutte. L’importante è che contengano il rifiuto di ogni contaminazione istituzionale, altrimenti diventa accettazione del sistema, solo palliativi controproducenti. Una lotta specifica su un territorio circoscritto come quella di “Bure” può essere potenziata non solo con azioni nel resto del paese ma andando oltre. Basti pensare a quella sorte di “internazionale nera” che senza bisogno di alcuna organizzazione accentratrice ha dato più volte prova di avere la forza di appoggiare dall’esterno (dai quattro angoli del mondo) le “nostre” lotte.

Non mi stancherò mai di dirlo, a costo di diventare ripetitivo, noi anarchici-e abbiamo un arma fortissima e di un’efficacia straordinaria nella sua semplicità : il “gruppo di affinità”. Compagni-e legati da un affetto e fiducia profondi che decidono di passare all’azione, colpire e tornare a casa sani e saluti, per poi colpire di nuovo. Il “gruppo di affinità” quando si fa “gruppo d’azione” trova il suo senso più forte nell’azione illegale, distruttiva, rischiosa. Questi gruppi non dipendono da assemblee plenarie, sono un altra cosa, non centrano niente con l’organizzazione, vivono di gesti liberatori, distruttivi e possono diventare veramente pericolosi per il sistema. Sopratutto quando non includono il disprezzo o la superiorità nei confronti della gente, delle loro assemblee di lotta. Quando l’azione individuale o di piccoli gruppi non è antagonista alla lotta “popolare” la rafforza, la spinge oltre. L’azione violenta, armata è solo una parte (importante) della vita di un anarchico-a e non c’è niente di contraddittorio a ritrovarsi dopo aver portato a segno un azione a fianco della “gente” in un assemblea per dire la propria, oppure su una barricata o in un blocco stradale, l’unica cosa da evitare a priori è il dialogo con il potere, con le istituzioni. Ma queste mie costatazioni sono inutili, perché proprio dalla Francia negli ultimi anni sono arrivati degli esempi molto chiari su come mettere in pratica “l’informalità” e l’azione diretta diffusa. Le notizie di azioni dalle vostre parti ci arrivano di continuo (anche tra queste quattro mura) dandoci spunti ed alimentando il nostro entusiasmo. Concludo questo mio intervento dicendovi che anche in Italia ci sono depositi sparpagliati di scorie nucleari, negli ultimi anni lo stato ha deciso di raccoglierle tutte in un solo sito. In passato tentativi di bloccare il trasporto di scorie ci sono stati per esempio nella zona della Valsusa, le scorie erano dirette da voi in Francia. Sono convinto che il vostro esempio sarà importante anche per noi. E chiaro a tutti che stiamo parlando di una lotta per la sopravvivenza non soltanto della nostra specie, ma della vita stessa del “nostro” pianeta, la natura giorno dopo giorno rischia di essere “mostrificata”. La scienza e la tecnologia nucleare stravolgono dalle fondamenta il caotico ordine della natura. Non abbiamo molto tempo e se vogliamo realmente cambiare le cose ed invertire questo processo autodistruttivo. Non dobbiamo, e sopratutto non possiamo più porre limiti all’azione, dobbiamo vincere le paure e abbandonare gli scrupoli ed andare avanti spediti.

Alfredo Cospito  , Febbraio 2020

Indirizzo:

C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni
Italia – Italy

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Kévin è uscit* di carcere !

Oggi (18 febbraio), Kevin è stat* liberat* di carcere! Era incarcerat* da luglio 2019 al centro penitenziario di Nancy-Maxéville per non-rispetto del suo controlo judiziario, a causa di un inquiesta per “associazione di malfatori” (simile al associazione sobversiva in Italia). Dopo sette mesi di detenzione provisoria, è finalmente uscit* !

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Settimana contra le carcere : programma / info pratiche (aggiornato il 29/02)

Manca meno di un mese alla settimana contra le carcere ! Si svolgerà dal 2 all’8 marzo 2020 nell’ex stazione ferroviaria di Luméville, vicino a Bure, sede di una lotta contro una prevista discarica di rifiuti nucleari.

L’idea è quella di prendere il tempo di incontrarsi, tra persone e gruppi di diversi paesi, per avere momenti formali e informali di discussione, workshop, proiezioni di film e letture. Potete venire alla settimana con le vostre proposte, informandoci in anticipo o no. Sono benvenuti anche le distro.

Abbiamo ricevuto critiche sull’assenza di argomenti legati al razzismo nelle carceri e al razzismo di Stato nel programma della settimana, dato il ruolo chiave che il razzismo gioca nei sistemi carcerari. Vorremmo dare più spazio a questi argomenti, quindi se sentite di avere qualcosa da contribuire su questi temi, contattateci.

Programma

Questa sezione sarà regolarmente aggiornata e completata entro l’inizio della settimana.

Lundi

Un aggiornamento sulla lotta a Bure

Il progetto Cigeo, gli eventi degli ultimi anni.

Proiezione: Sui tetti (2014, 1h35)

All’inizio degli anni Settanta, nelle carceri francesi si sono succeduti ammutinamenti. Il film ripercorre gli ammutinamenti del 1971-1972 nelle carceri di Toul e Nancy (non lontano da Bure), intervistando due detenuti che avevano preso parte ai disordini, oltre a un secondino. Queste rivolte di detenuti solleveranno i problemi delle condizioni di detenzione, del funzionamento della prigione e del sistema carcerario francese.

In francese, con sottotitoli in inglese e italiano.

Martedì: Repressione e anti-repressione

Discussione: indagini per associazioni sobversive in Francia e in Italia

Descrizione a venire.

Loïc e la repressione dopo il G20 di Amburgo del 2017

Loïc è stato rilasciato con la condizionale lo scorso dicembre dopo 1 anno e 4 mesi di carcere ad Amburgo. Torneremo sulle condizioni della sua detenzione e sui metodi repressivi utilizzati dai poliziotti tedeschi – insieme ad altre forze di polizia europee – per identificare, rintracciare e arrestare le persone sospettate di aver preso parte ai disordini contro il G20 nel luglio 2017.

Sul caso che riguarda specificamente il nostro amico, faremo un bilancio del suo lungo processo, che è in corso ormai da un anno e mezzo e che dovrebbe concludersi nei prossimi mesi.

Con persone del gruppo di sostegno di Loïc.

Ascolta l’audio: intervista a Claudio Lavazza (2011, 17mn)

Claudio Lavazza è un anarchico che ha partecipato a numerosi attacchi armati ed espropriazioni, prima di essere arrestato nel 1996 in Spagna dopo 16 anni di fuga. In questa intervista parla della sua vita in prigione e delle prospettive di lotta dentro e fuori le carceri.

In italiano, con sottotitoli in francese e inglese.

Proiezione: Sessiz Ölüm (“La morte silenziosa”, 2001, 1h25)

Le persone che hanno trascorso molti anni in isolamento in diverse prigioni in Europa testimoniano i risultati del sistema di isolamento e la sua influenza sulla vita umana. Le interviste sono intervallate da scene girate in un carcere femminile negli Stati Uniti e da scene di finzione.

Avviso: il film affronta temi difficili, l’impatto psicologico dell’estrema solitudine e i suicidi in prigione.

In diverse lingue, con sottotitoli in spagnolo, francese e inglese.

Mercoledì: (No) Confini

Discussione sui centri di detenzione per immigrati

Descrizione a venire.

Situazione al confine italo-francese

Descrizione a venire.

Lettura collettiva del libro “Milot l’incorreggibile” – fuori tema

Descrizione a venire.

Discussione: i minori che si confrontano con la giustizia oggi e i nuovi progetti di costruzione del CEF (Centro Educativo Chiuso) – fuori tema

Descrizione a venire.

Giovedì: questioni di genere, LGBTQ+, carceri femminili

La Polonia non è più divertente – le repressioni e la fine della cosiddetta democrazia da parte della Croce nera anarchica di Varsavia – fuori tema

È mai stata divertente? In realtà, sì – tra il 2005 e il 2007, quando il Partito della Legge e della Giustizia ha fatto la sua prima coalizione con altri due partiti di destra, i loro cambiamenti nel funzionamento dello Stato si sono spesso limitati a stupide uniformi scolastiche. Molti non potevano credere di aver vinto e non hanno preso sul serio questo governo. Tuttavia, il Partito della Legge e della Giustizia è tornato al potere nel 2015 e ha preso il controllo dell’ecosistema. Da allora, il partito ha introdotto cambiamenti sempre più complicati nella legge, il che significa che la Polonia non è più un paese “democratico”. Durante la presentazione, parleremo di questi cambiamenti e della
repressione e dell’estensione della sorveglianza contro i militanti e gli anarchici.

Documentazione e discussione: il validismo dello Stato e il suo rapporto con la giustizia e il carcere – fuori tema

Descrizione a venire.

Discussion : Greve en taule ou creve la taule, Come sostenere detenut* e suoi amic* parent* durante i scoperi ? – fuori tema

Descrizione a venire.

Audio: intervista con S. (1h05)

In questa intervista, S. racconta la sua esperienza in prigione, i suoi legami affettivi, siano essi amichevoli, sessuali o amorosi…

Attenzione: questa sessione di ascolto parla di temi difficili, della sessualità e dei traumi come lo stupro.

In francese, con traduzione simultanea in inglese e italiano.

Proiezione: Last Rescue In Siam (“Ultimo salvataggio in Siam”, 2012, 10mn)

Una commedia parodica sulle operazioni di “raid e salvataggio” contro la prostituzione in Thailandia (Siam è il vecchio nome della Thailandia). Scritto, diretto e interpretato da lavoratori del sesso thailandesi.

Film muto, con sottotitoli in tailandese, francese e inglese.

Proiezione : Criminal Queers (2017, 1h04)

Finzione su una radicale lotta trans/queer contro il complesso
industriale del carcere e verso un mondo senza muri.

In inglese, con sottotitoli in inglese, francese, italiano e tedesco.

Venerdì: la fuga

Presentazione in due parti sulla clandestinità

Non sorprende che lo Stato attacchi tutti coloro che lo combattono – o che lo sfidano per la loro stessa esistenza. Per non cedere all’oppressione a lungo termine, dobbiamo essere consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni.

“L’illegalità è come camminare nella merda di cane, può succedere a chiunque”.

La vita nella clandestinità ha sempre fatto parte delle lotte anarchiche/rivoluzionarie, ma a che punto siamo oggi? Vogliamo prenderci un momento per parlare dei diversi aspetti della clandestinità e interrogarci su ciò che sembra essere lontano ma che ci riguarda più di quanto vorremmo. Vogliamo condividere questo approccio per rompere il tabù e liberarci delle paure e delle illusioni che ci impediscono di adottare un approccio offensivo.

Sabato: opinioni anarchiche su giustizia, legge, crimine / come uscire da un sistema punitivo

Discussione sulle alternative al sistema penale, da parte del Anarchist Black Cross – Paris/IDF

Il sistema penale incarna una modalità statale formale e punitiva di gestione dei conflitti. L’abolizione del sistema penale implica la riappropriazione della risoluzione dei conflitti. Si può identificare una diversità di pratiche non statali: punitive, educative, terapeutiche, conciliatorie, compensative, ecc. Quando un evento doloroso viene attribuito a una persona, la questione è quale stile di risoluzione dei conflitti sia appropriato per affrontare la situazione. Un approccio anarchico implica il rifiuto di un approccio punitivo a favore di stili restaurativi. Proponiamo una discussione aperta sugli stili di risoluzione dei conflitti, senza forum e senza esperti, per cercare insieme di cogliere un approccio anarchico alla risoluzione dei conflitti. In particolare, potremmo affrontare casi pratici.

Domenica

Laboratorio di scrittura per detenuti, a cura del Anarchist Black Cross – Paris/IDF

Si valorizza la diversità delle pratiche di scrittura e di corrispondenza: lettere, cartoline, scrittura individuale ma anche collettiva, disegno, ecc. Mettiamo a disposizione gli indirizzi dei detenuti, il materiale, la documentazione per aiutarci, ispirarci e renderci consapevoli insieme della posta in gioco, dei vincoli e delle possibilità.

Laboratorio digitale di autodifesa, a cura del Anarchist Black Cross – Paris/IDF

L’obiettivo del workshop è quello di responsabilizzare gli individui nella definizione di modelli di minaccia e nell’implementazione di politiche di sicurezza affidabili. Mentre presentiamo alcuni software open source, il nostro approccio è “centrato sulla pratica” (mettendo in discussione e migliorando le nostre pratiche digitali sulla base di una migliore comprensione di come funzionano i computer e Internet). Il nostro approccio incoraggia anche la parsimonia nell’uso degli strumenti digitali.

E anche durante la settimana…

Ascolto audio: rivolta nel carcere di Avignone nel 1974

Testimonianza di una persona che ha partecipato a una rivolta nel carcere di Avignone nel 1974.

In francese.

Lettura di una lettera di Alfredo Cospito

Alfredo Cospito è in carcere in Italia dal 2012, a seguito di un attentato a Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare (la società responsabile dell’industria nucleare italiana). Lo scorso aprile è stato anche condannato a 20 anni di carcere nell’ambito dell’operazione repressiva “Scripta Manent”. Leggeremo una lettera inviata da Alfredo come contributo alla settimana contro la carcere.

Lettura di una lettera di Andreas Krebs

Andreas Krebs è detenuto in Italia dal 2018. È stato condannato a 24 anni di carcere per l’omicidio del suo ex datore di lavoro e per la sua vicinanza alla RAF (Red Army Faction). Leggeremo una lettera di Andreas.

Scrivere alle persone detenute, in filo continuo, dal Anarchist Black Cross – Paris/IDF

La scrittura è un modo accessibile per rompere l’isolamento della prigione, per dimostrare che, all’esterno, siamo uniti. Questo spazio sarà dedicato alla scrittura rapida e collettiva su manifesti e cartoline. Metteremo a disposizione gli indirizzi di persone che si trovano in condizioni di detenzione particolarmente difficili (isolamento, ecc.), materiale scritto e documentazione (compresa la nostra Guida alla scrittura per i detenuti).

Informazioni pratiche

Arrivare sul sito dell’evento

La vecchia stazione ferroviaria di Luméville si trova nella Meuse, in Francia, vicino al villaggio di Luméville-en-Ornois, sul lato sinistro della strada che porta al villaggio di Mandres-en-Barrois. Si può raggiungere in auto. Metteremo dei cartelli per non perdere l’ingresso.

Cibo

Ci sarà una mensa vegana dalla sera di domenica 1 fino alla mattina di lunedì 9. Forniremo cibo e attrezzature per cucinare, ma la cucina sarà partecipativa e basata sull’autogestione. Potrai mettere soldi in una scatola prezzo libro per aiutarci a coprire le spese della settimana.

Dormire

Ci saranno posti per dormire in un edificio sul luogo dell’evento, ma non abbastanza per tutt*. Ci saranno anche posti letto in altri luoghi collettivi nei villaggi circostanti (al massimo 8 km di distanza). C’è molto spazio sul luogo dell’evento se potete portare una tenda, una roulotte o un camion (portate delle coperte se potete!).

Se avete bisogno di posti letto nell’edificio del luogo dell’evento, fateci sapere in anticipo di quanti posti avrete bisogno per organizzare l’evento.

Traduzioni

Le traduzioni saranno fornite, per quanto possibile, in francese, inglese, tedesco e italiano. Se avete intenzione di venire durante la settimana e siete in grado e motivat* a fare traduzioni durante le discussioni, potete dirci in anticipo quando verrete e da quale lingua sarete in grado di tradurre.

Informazioni legali

Abbiamo pubblicato un articolo sulla situazione giuridica e sui controlli della polizia come parte della settimana. Potete leggerlo qui.

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Pubblicato in General | Commenti disabilitati su Settimana contra le carcere : programma / info pratiche (aggiornato il 29/02)

Situazione legale per la settimana contra le carcere

Ciao,

Con la Settimana Anti-Carcerazione in arrivo tra meno di un mese, abbiamo pensato di dare un’occhiata alla situazione legale quà. A causa del particolare contesto del luogo e dell’evento, pensiamo che sia importante che tutt* siano consapevol* dei rischi che comporta il venire qui.

Dal 2017, uno squadrone di gendarmi mobili è presente in permanenza nella zona per sorvegliare le/gli oponent* del progetto Cigéo (vedi questa pagina per maggiori informazioni sul progetto). I poliziotti pattugliano regolarmente la strada che porta al luogo dell’evento, così come la maggior parte delle strade dei villaggi circostanti. A volte, durante gli eventi, effettuano anche controlli stradali statici in determinati luoghi.

Il luogo dell’evento – la vecchia stazione ferroviaria di Luméville – è un luogo legale, che è stato acquistato dalle/gli oponentµ anni fa, quindi normalmente i poliziotti non possono entrare. Tuttavia, nella storia recente, hanno invaso il luogo due volte. Nel 2017, una serie di incursioni ha preso di mira diversi luoghi, tra cui il luogo dell’evento, nell’ambito di un’indagine per associazione subversiva. Nel 2018, il luogo dell’evento è stato invaso dai poliziotti dopo un alterco con le guardie di sicurezza vicino all’evento – secondo i poliziotti, la gente ha colpito una guardia di sicurezza e ha lanciato un sasso prima di tornare sulla scena.

Maggiori informazioni su cosa può succedere quando si viene fermat* dalla polizia francese, dal semplice controllo d’identità alla custodia e ai processi, si può leggere il brief legale nel contesto di Bure (in francese, inglese, italiano e tedesco).

Un numero di telefono sarà pubblicato su questo sito web poco prima dell’evento. Potrai chiamare questo numero per chiedere o fornire informazioni sull’attività dei poliziotti nella zona.

Potete contattarci se avete domande o esigenze specifiche al riguardo.

A breve pubblicheremo un nuovo articolo per dare maggiori informazioni sul programma della settimana.

A presto,

L’Anarchist Bure Cross

 

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Stampe per la settimana contra le carcere

  • Potete fare clic sinistra su una stampa per vederla in più grande.
  • Poi cli destra e “Registrare” per registrarla sul computer.
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Maggiori informazioni sulla settimana contra le prigione in marzo

Ci sarà una settimana contra la prigione vicino a Bure, sul terreno della vecchia stazione di Luméville, dal 2 al 8 marzo 2020. L’idea è di prendere il tempo d’incontrarsi, tra persone e gruppi di diversi paesi, durante tempi formali e informali di discussione, workshop, di proiezione di film…

È stato immaginata una prima bozza del programma, cambierà e si precisarà nelle settimane a venire. Le tematiche, che possono evolvere (non esitate a contattarci se avete delle proposte), sarano :

  • Repressione e anti-repressione
  • (No) Borders
  • Genere : LGBTQ+ e prigione per donne
  • La latitanza + discussioni fuori tema
  • Abolizione della prigione (discussione intorno a delle visioni anarche della giustizia, la legge, il crimine, la punizione)

Vogliamo anche avere dei tempi di lettura di corrispondenza con delle persone in carcere e dei workshop di scrittura a prigionieri-e. Tutte-i son benvenutte-i a proporre un atelier e pottete contattarci per annunciarlo o sè avete dei bisogni specifici, che siano personali o technici.

Vogliamo anche avere dei tempi di lettura di corrispondenza con delle persone in carcere e dei workshop di scrittura a prigionieri-e. Tutte-i son benvenute-i per proporre un atelier e potete contattarci per annunciarlo o se avete dei bisogni specifici, che siano personali o tecnici.

Vogliamo dare un’attenzione particolare alla traduzione, durante questa settimana. Vorremmo assicurare la traduzione durante le discussione, almeno in francese e inglese, e se possibile in tedesco, polacco e italiano.

Una cantina vegana, a prezzo libro e participativo, sarà organizzato dal lunedi mezzogiorno alla domenica sera. Per dormire, ci saranno dei posti in dormitorio e in alcune carovane, con la possibilità di dormire in tenda o in camion sul terreno (c’è posto!).

Il terreno è relativamente piatto ma non molto accessibile alle persone in stampelle/sedia a rotelle. Se avete dei bisogni particolari a questo proposito, potete contattarci.

Il terreno non è collegato alla rete idrica ed elettrica. Ci sono dei pannelli solari -soprattutto per l’illuminazione e la proiezione di film – ma l’elettricità disponibile sarà limitata.

La zona intorno a Bure è abbastanza sorvegliata, le ronde di carabinieri sono frequenti. Spesso i controlli stradali si intensificano durante eventi annunciati pubblicamente. Prima di venire, si puo leggere il brief legal in contesto buriano in italiano (disponibile in inglese, tedesco e francese).

Non esitate a condividere quest’evento con altre persone che possono essere interessate. Potete anche mandare delle lettere a dei-lle prigonieri-e per invitarli-e a contribuire attraverso le loro lettere.

Ci vediamo a marzo!

Anarchist Bure Cross
anarchistburecross.noblogs.org
aburecross@riseup.net
bureburebure.info

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